lunedì 25 maggio 2020

STEP #19

Utopia/distopia nel genere umano:

Il termine utopia nasce con Thomas More che per la prima volta, nel 1516, usa questa parola per delineare dettagliatamente una società ideale, posta su un'isola, dove vigono regole ferree, ma il cui obiettivo è creare un luogo giusto, equo, dove le differenze sono annullate in favore di un'equità sociale assoluta: si abolisce così la proprietà privata, le ore di lavoro sono per tutti sei al giorno e si garantisce al regno un'agricoltura e un allevamento di sussistenza, si vive in totale armonia e la cultura e la conoscenza sono alla base del quieto vivere. Ma se da un lato un'utopia è un qualcosa di così surreale e irraggiungibile, dall'altro il concetto di distopia è molto vicino a noi.


Perché l'uomo è portato ad immaginare un futuro oscuro e privo di libertà? Perché è già successo. I semi per un'involuzione sociale sono già stati piantati nella terra, in epoche diverse e con modalità diverse, ma il rogo dei libri voluto da Hitler a Berlino non fa parte di una realtà immaginata purtroppo, ma della nostra storia.
Pensiamo sempre che il genere umano si sia evoluto, di aver superato l'oscurantismo storico in cui periodicamente ci inabissiamo, ma non è così. Esso torna, come in un ciclo, e le menti più elevate osservano attonite e incredule. Il tema della distopia sarà sempre attuale.



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