sabato 28 marzo 2020

STEP #03

"Genere, generare"

disegno di Filippo Cinone.

STEP #02

Il termine genere e la storia che ha alle spalle
Il concetto di genere è insito nella mente dell'uomo da più di duecentomila anni, la scienza infatti afferma che già i primi uomini esistenti sulla terra sapevano come relazionarsi con il sesso opposto; infatti anche se non si può parlare di socialità riferendosi a tempi così lontani, le prime specie di "homo" svolgevano tutti le stesse azioni, guidati dagli istinti naturali del sopravvivere . 
Facendo un salto di molti anni nella storia questa coesione di genere nelle abitudini è andata man mano persa, l'uomo si è evoluto e oltre a rispondere dei propri bisogni naturali ha cominciato a dare delle risposte alle proprie domande e ad organizzare la propria esistenza all'interno di una società.
Le mansioni non erano più le stesse, le disparità a livello fisico hanno costretto l'uomo e la donna a svolgere sempre gli stessi compiti finendo per appiattire e standardizzare la vita della specie. 
Inconsciamente sono nati degli stereotipi che hanno solcato la mente dell'uomo di generazione in generazione e tutt'ora ne avvertiamo gli scompensi.

  • In un primo momento nella civiltà egizia la donna aveva una posizione molto elevata all'interno della società. In questi luoghi è stato presente anche il matriarcato ma poi, con l'ascesa delle monarchie militari, persero di prestigio e si iniziarono a formare i ginecei, dai quali le donne non potevano uscire e dove non potevano vedere nessun uomo.
  • Nella civiltà minoica la condizione della donna era molto più avanzata che fra i micenei e la Grecia classica. Nella Grecia omerica la donna veniva rispettata ma esistevano comunque numerose contraddizioni. Nell'età di Pericle la donna ricca era tenuta in casa, mentre le donne povere erano costrette a lavorare e quindi avevano una certa libertà. Le donne non avevano diritti politici. La condizione femminile ad Atene era assimilata a quella dello schiavo e dello straniero, o del maschio ancora minorenne.
  • A Roma la donna era considerata quasi pari all'uomo: entrambi i genitori avevano pari obblighi nei confronti dei figli e la donna poteva accompagnare il marito ad una festa. In età arcaica era sottomessa al padre e al marito, mentre verso la fine della Repubblica e in età imperiale le donne di condizione elevata potevano svolgere una vita indipendente, ottenere il divorzio e risposarsi, mentre quelle delle classi basse erano rimaste sotto la soggezione maschile.
Come detto in precedenza, l'umanità nel corso della storia si è trovata davanti a molte domande, alcune delle quali sono state spesso oggetto di battaglie che sono durate nei secoli.
La continua evoluzione dell'uomo nei più vari ambiti ha portato a non riconoscere più la tipizzazione della donna in quanto compagna e madre.
I primi accenni letterari che si hanno sulla questione della parità di genere e sull'abolizione dei pregiudizi politici risalgono al XV sec., quando alcuni intellettuali dell' epoca esprimono il loro dissenso riguardo al divario socio-culturale che vi era fra uomini e donne (è il caso di Christine de Pizanne che nella sua opera "La città delle dame"  sottolinea numerosi progressi della società creati da donne).
Una trattazione più approfondita del tema la si ha nelle opere di intellettuali italiani del XVII-XVIII sec. 
Nel Parini la dona viene ritratta nella vacuità delle sue attività, nei pettegolezzi con le altre dame e nell'organizzazione degli eventi mondani;
Carlo Goldoni rende la figura della donna la vera e propria protagonista delle sue commedie, esse agiscono ancor di più degli uomini anche se la loro libertà di azione è ancora confinata dentro un orizzonte limitato. le donne perseguono come unico obbiettivo la promozione sociale attraverso il matrimonio.
In Francia al contempo Olympe de Gouges pubblicò "Le prince philosophe" che era una prima richiesta del riconoscimento dei diritti delle donne;
sul piano storico in Inghilterra a distanza ancora di qualche decennio , si giunge al riconoscimento di quegli ideali che avevano solcato gli animi dei cittadini: tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento vere e proprie battaglie a favore della parità di genere caratterizzarono gli scenari dapprima inglesi e successivamente europei.
Le suffragette, ossia le appartenenti al movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le donne, dopo anni di dure repressioni e inasprimenti sociali videro le prime conquiste come l'elezione a deputata di Nancy Astor , la prima donna nel parlamento britannico.
Da questo momento in poi al movimento delle suffragette aderiscono non più le sole donne e viene prefissato il raggiungimento di obbiettivi (che saranno raggiunti nel corso degli anni) anche in campo giuridico ed economico.

   "Gli uomini sono eguali: non la nascita, ma la virtù fa la differenza." 
-Voltaire 
      

STEP #01 bis


Il termine g. (γένος) fu usato da Platone, come il termine εἵδος, per designare l’idea: il primo, infatti, riflette l’aspetto per cui essa è la stirpe, la famiglia (la comunità rispetto al singolo), il secondo riflette l’aspetto per cui essa è la figura, la forma, il tipo. Più tardi, il termine εἵδος venne sempre più presentandosi come un’estensione minore a paragone del γένος. E di qui, allora, la superiorità estensiva del g. a paragone della specie (cioè dei due termini latini, genus e species, che letteralmente traducevano i due corrispondenti greci), poi consacrata dalle classificazioni naturalistiche.


Al giorno d'oggi il dibattito sul suddetto termine si è spostato lungo una direzione bioetica e socioculturale; intendo quindi proporre alcune traduzioni odierne lasciando per alcune di esse le rispettive definizioni in lingua, al fine di poter cogliere le varie sfumature della parola.

1) Inglese. Gender,gender identity;
an individual’s self-conception as a man or woman or as a boy or girl or as some combination of man/boy and woman/girl or as someone fluctuating between man/boy and woman/girl or as someone outside those categories altogether. It is distinguished from actual biological sex.
2)Francese. Genre;
ensemble de traits communs à des êtres ou à des choses caractérisant et constituant un type, un groupe, un ensemble ; sorte, espèce. 
3)Spagnolo. Especie;
4)Cinese. 樣 .


Fonti utilizzate nella ricerca:

venerdì 20 marzo 2020

STEP #01




Definizione ed etimologia della parola:

genere
[gè-ne-re] n.m.

1. raggruppamento concettuale di più cose o persone che hanno caratteri comuni; questo genere di discorsi non mi piace; persone di ogni genere; che genere di stoffa è questa? |non è il mio genere, non è di mio gusto |nel suo genere, in rapporto al gruppo, alla categoria di appartenenza, oppure con riferimento a un modo, a uno stile particolare: una macchina unica nel suo genere; una persona simpatica nel suo genere |genere letterario, artistico, musicale, ciascuna delle suddivisioni che, sulla base di criteri contenutistici e formali, distinguono tradizionalmente la produzione letteraria, artistica e musicale: genere epico, lirico, didascalico; genere figurativo, astratto; genere polifonico, sinfonico, melodrammatico.

2. (gramm.) categoria grammaticale che distingue il maschile, il femminile e in alcune lingue (p.e. il latino) anche il neutro: «uomo» è un nome di genere maschile | appartenenza a un sesso: suddividere i partecipanti in base al genere.

3. merce, prodotto commerciale: generi alimentari, di consumo, di prima necessità.

4. (biol.) raggruppamento di specie animali o vegetali somiglianti tra loro per alcuni caratteri essenziali; nella classificazione sistematica succede alla specie e precede la famiglia: il gatto appartiene al genere Felis.

5. nel pensiero filosofico tradizionale, categoria di oggetti che hanno in comune proprietà essenziali e differiscono per proprietà non essenziali; nella classificazione aristotelica, categoria superiore alla specie. 

Etimologia: ← dal lat. gĕnus -ĕris, dallo stesso tema di gignĕre ‘generare, produrre’. 



Fonti utilizzate: -http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=genere

giovedì 19 marzo 2020

STEP #00 (Riflessioni personali)



Il genere.
Una parola carica di significato, una di quelle con tanti anni di storia alle spalle, una di quelle che dovremmo usare sempre con dovuta attenzione...e di certo un tema così vario e vasto merita una presentazione migliore di quelle fredde e pragmatiche che possiamo trovare sulle enciclopedie cartacee ed on-line.
Cosa si intende per genere?
Ma più precisamente, quale significato viene attribuito a questa parola al giorno d'oggi? Tendenzialmente si fa riferimento al termine "sesso" per indicare la tipizzazione sociale, culturale e psicologica delle differenze tra uomini e donne; se però avete fatto caso a quanto accennato in precedenza, avrete di sicuro notato che ho voluto rimarcare le varie accezioni e i vari ambiti in cui spazia questa parola. Provate a pensare già solo alla sua etimologia (genus-eneris);esso si distacca dal significato odierno, piatto, che attribuisce al termine un'accezione di tipo "utilitaristico". Mi spiego: esso non è stato coniato per essere un elemento di differenziazione tra specie, con il termine genere non indichiamo LA categoria.
Bisogna scavare più in profondità e pensare in senso lato... ad esempio il verbo generare non vuol dire proprio "dare vita"?